E' ora di fare la pace Europa

Alla cortese attenzione della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel e alla Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.

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Petizione

Fare la pace.

Fare la pace non è attendere che una delle due parti venga sconfitta.

È agire prima della sconfitta.

Perché 18 mesi di guerra dimostrano che non esiste soluzione militare del conflitto.

 

Siamo cittadine e cittadini europei.

Abbiamo davanti una guerra che non finirà né rapidamente né facilmente, anzi è probabile che essa continuerà in modo indefinito in un lungo e sanguinoso logoramento. Nessuna delle due parti può permettersi di perdere e nessuna delle due può materialmente vincere la guerra.

Ma anche se fosse possibile che una parte sia sconfitta, a chi gioverebbe? Alla popolazione ucraina, che dovrà vedere ancora distruzioni e morte e poi dovrà pagare per decenni le armi ricevute e la successiva ricostruzione? Ai Russi e alle Russe, che perdono la loro gioventù, morta o scappata, e le poche libertà democratiche che hanno? Perché, ormai lo sappiamo, se c’è una vittima della guerra è proprio la democrazia.

Smettiamo di fare a gara a chi fornisce più armi, smettiamo di dichiarare che la guerra finirà solo con la sconfitta di Putin e cerchiamo di proporre qualcosa che possa portare una pace ragionevole, giusta, rapida.

Perché non è in discussione che Putin sia un criminale, ma che cosa facciamo noi per far cessare il massacro oggi, impedendo che nuovi crimini si sommino a quelli a cui già abbiamo dovuto assistere.

Oggi a gioire sono solo i produttori di armi, pochi, ricchi e inquinanti e chi sta già fregandosi le mani per il business della ricostruzione.

E, intanto, quanto stavamo facendo di buono come Europa, come la transizione ecologica, traballa e rischia di essere travolto da questa guerra: cosa importeranno le emissioni di CO2 se esplode una centrale nucleare? Quanta CO2 emettiamo in ogni giorno di guerra?

E, allora, vorremmo che l’Europa provasse a proporre qualcosa, a mettere sul tavolo delle idee che non ci rendano parte nascosta e impotente di uno scontro tra Stati Uniti e Russia che poco ha a che vedere con l’Ucraina e molto di più con i problemi interni e geopolitici di quei due grandi paesi e con la lotta per l’egemonia sul pianeta (includendo Cina, Europa e altri).

Siamo inoltre convinti che debba essere restituita la parola alle società civili dell’Ucraina e della Russia. Far cessare il rumore delle armi significa consentire la riorganizzazione e il rafforzamento del libero pensiero e della possibilità di manifestarlo alla luce del sole. Perché tutti possano contribuire per via partecipata e democratica all’allargamento degli spazi di democrazia e, se lo vorranno, al cambio dei propri regimi.

Elenchiamo qualche idea che ci sembra possa andare nella giusta direzione. Per piacere, non cancellatele finché non ne avete trovate di meglio:

  • Fermiamo le armi. Il fronte è ormai una guerra di trincea dove chi avanza e arretra lo fa per poche decine di metri al costo di innumerevoli morti. Più armi non cambiano i rapporti di forza sul terreno ma prorogano all’infinito il tributo di sangue, a meno che qualcuno non voglia davvero pensare all’atomica…,
  • Chiediamo alla Nazioni Unite la nomina immediata da un mediatore/negoziatore ufficiale e di creare una forza di pace davvero terza: formata da paesi non allineati e non implicati nel conflitto.
  • Supportiamo qualsiasi tentativo di mediazione che possa accelerare la fine della guerra.
  • Facciamo sì che la scelta se rimanere in Ucraina o avere un governo separato sia decisa dagli accordi di pace (referendum, zona franche e aperte, autonomie regionali, le soluzioni per la convivenza tra i popoli si trovano sempre). Che sia riconosciuto a tutti, anche alle minoranze, di parlare e studiare nella propria lingua.
  • Dopo gli accordi di pace, apriamo le frontiere dell’Europa a chi non vorrà restare nei territori contesi che sia di lingua ucraina o russa.
  • Pretendiamo (unica pretesa) la restituzione di tutte le bambine e i bambini portati via dall’Ucraina.
  • Garantiamo un sistema di sicurezza comune in cui nessun Paese del continente possa sentirsi minacciato da un altro o da patti militari . Alla Federazione Russa, l’Unione Europea assicuri che la NATO non si espanderà più oltre ad Est, con l’unica condizione che i paesi richiedenti rimangano integri, senza minacce, colpi di stato e senza dover sottostare ai diktat di Mosca.
  • Garantiamo alla Federazione Russa, il ripristino di normali relazioni economiche e che compreremo ancora gran parte del gas (ma non tutto) da loro a un prezzo concordato, e che sosterremo la transizione ecologica in Russia.

(E smettiamo di investire in Africa in estrazioni di gas, penalizzando quel continente già drammaticamente colpito dai cambi climatici.)

  • Investiamo parte di ciò che oggi è destinato alle spese militari nella ricostruzione dell’Ucraina.
  • Impegniamoci a sostenere le imprese ucraine nella ricostruzione post bellica senza intenderla come un business esclusivo di chi ha fornito le armi.
  • Lavoriamo per l’integrazione fra le reti russe e europee (rete elettrica, connessioni informatiche, ecc....), così che nessun paese sia spinto a scegliere fra una delle due e che entrambe le reti godano di una maggior solidità.
  • Garantiamo asilo e protezione agli obiettori di coscienza, ai disertori e a chiunque si oppone alla guerra in Ucraina, Russia e Bielorussia.
  • Aiutiamo la popolazione locale a superare i traumi della guerra.

Sperando di trovarvi già avanti nella discussione di percorsi di pace e che questa lettera possa dare il suo piccolo contributo sulla via della pace, porgiamo i nostri più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

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